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Restauro di villa La Peruviana

“La villa Peruviana, a differenza di altre ville signorili, sorte anch’esse nei primi anni del 900, è stata realizzata per accogliere e stupire gli ospiti in modo scenografico e particolare” (da un articolo di Francesco Ronchi, scrittore).

L’edificio sorge su un rilievo in posizione panoramica rispetto alla cittadina di Seveso a pochi chilometri da Milano. E’ stato realizzato come sede di rappresentanza pubblica e privata della famiglia Bizzozero.

Luigi Bizzozero era nipote di Generoso Gallimberti, personaggio di grande abilità nel condurre affari con l’America Latina, in particolare con il Perù, tanto da essere nominato console generale. Da qui l’origine del nome “Villa Peruviana”. In Perù Gallimberti ebbe modo di assistere ai grandi disagi che molti italiani furono costretti a incontrare come emigranti. Da queste esperienze intuì che “una matita, una piccola umile matita avrebbe potuto essere una grande arma per l’elevazione morale e per il benessere economico della sua città: Seveso”. Ecco, allora fondare la scuola di disegno il 25 ottobre del 1886. Il nipote Luigi Bizzozero intraprese la carriera commerciale dello zio ed estese i traffici di esportazione e importazione sia in America Latina sia in tutta Europa. Per i meriti acquisiti ottenne diverse nomine: console del Perù, della repubblica dell’Equador e del Venezuela. E’ stato fondatore, ideatore e primo Presidente della Fiera Campionaria di Milano che partì con la prima esposizione nel 1920. La villa Peruviana è stata edificata nel 1904 su progetto dell’Ing. Natale Bizzozero, fratello di Luigi, su una vasta area destinata a parco all’inglese. Presenta un impianto a “C” e il volume si articola su due piani fuori terra più un piano seminterrato. Il complesso edilizio è caratterizzato da ampie aperture, da terrazzi coperti e scoperti, da un portico d’ingresso e da una torre angolare. Nel suo insieme è l’esempio di un’architettura eclettica mescolata a caratteri del Liberty.L’organismo edilizio è costituito da una muratura di mattoni pieni, lasciati a vista sulle facciate esterne. Gli orizzontamenti hanno struttura lignea così come la copertura.Tutti gli elementi strutturali, formali e decorativi delle facciate sono stati realizzati con l’impiego della pietra artificiale ottenuta dall’impasto di cemento e inerti mescolati con frantumi e pigmenti della pietra che si voleva imitare e utilizzare. Da qui il nome di pietra artificiale. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento si diffonde l’uso della pietra artificiale per decorazioni interne ed esterne degli edifici: il cemento dà la possibilità di ottenere grandi effetti plastici, colato in stampi si può creare o riprodurre qualsiasi forma e materiale. Sulle facciate esterne della Peruviana l’impiego della pietra artificiale raggiunge la massima espressione sulle sovrafinestre, sui capitelli delle colonne, sul balconcino della camera matrimoniale, sui mensoloni che sostengono il cornicione di gronda. Motivi naturalistici, geometrici ed elementi zoomorfici caratterizzano tutta la decorazione delle facciate esterne. Sulla facciata est, in particolare sulle pareti del terrazzo coperto, si scorge l’uso della decorazione a graffito con scene mitologiche: la tecnica a graffito è stata utilizzata molto in Italia nel XV sec. e ripresa verso la fine del XIX sec. e nei primi decenni del XX secolo. Il fregio che scorre sotto la cornice di gronda su tutto il perimetro dell’edificio presenta una decorazione con motivo floreale dalle forme sinuose ed allungate tipicamente liberty, purtroppo in gravissimo stato di conservazione. Liberty sono anche le decorazioni all’interno della loggia della torre: al centro le pareti presentano motivi floreali realizzati con la tecnica a stampo. Dal portico centrale d’ingresso all’edificio si accede per mezzo di una scala costituita da due rampe laterali con gradini di pietra di beola tipica della zona, la balaustra è di cemento decorativo. In linea con ciò che accade all’esterno, un ricco apparato decorativo caratterizza gli spazi interni: affreschi, decorazioni a stampo e a gesso, graffiti con motivi floreali e geometrici. Il tutto pensato e realizzato per stupire, coinvolgere l’ospite e lo spettatore. Di particolare impatto visivo è la stanza del piano terra che affaccia sul portico principale, un tempo destinata a sala da pranzo, separata dalla sala soggiorno da una grande vetrata eseguita con la tecnica émail tubè dai maestri Corvaja e Bazzi, tra i principali vetrai d’Italia. Tutto il mobilio è andato perso, ma dai graffiti delle pareti, dalle cornici, dal pavimento e soprattutto dall’esuberante soffitto cassettonato non è difficile immaginare l’unitarietà della stanza con li suo mobilio e le suppellettili. Le pareti erano rivestite da pannelli di legno con intarsi che riprendevano il motivo decorativo del soffitto. Per molti anni la villa è stata abbandonata e non ha avuto trasformazioni d’uso, ma in alcune stanze i soffitti sono crollati trascinando con sé la pellicola pittorica così poche tracce sono rimaste delle decorazioni ad affresco. I vani del piano terra riecheggiano forme e motivi del passato con scene attinte dal gotico, dal medioevo e dal manierismo ed espresse attraverso l’uso di svariate tecniche artistiche. Tutto l’insieme risponde all’esigenza di creare effetti visivi spettacolari e sorprendenti. Al ricco apparato decorativo del piano terra si contrappone l’eleganza sobria del piano primo, destinato alla zona notte. I soffitti delle camere e del vano scala sono trattati con decorazioni a gesso con delicati motivi floreali. Sul soffitto della camera matrimoniale si scorge un tondo con una scena allegorica: due bambini sostengono dei grappoli d’uva. I pavimenti delle camere sono di legno mentre lo spazio di distribuzione presenta il tipico pavimento dell’epoca costituito da piastrelle ottenute con l’impasto di cemento e frammenti di marmo, le cosiddette ”marmette di cemento”.

Le Facciate
La principale causa di degrado della villa è imputabile al lungo periodo di abbandono con la totale assenza di qualsiasi intervento manutentivo. L’obiettivo d’intervento è stato quello di ristabilire l’unità dell’opera attraverso il recupero degli aspetti formali e architettonici nel rispetto della patina del tempo, delle sue stratificazioni, dei materiali, dei colori per giungere al recupero del suo carattere. Da qui, per capire e conoscere l’edificio sono state svolte lunghe e accurate indagini preliminari: ricerche storiche in archivio, catasto e rilievi metrici, fotografici e un’ approfondita analisi delle patologie del degrado descrivendo per ciascun elemento lo stato di conservazione. Sono state eseguite prove in situ sui tipi di materiali da impiegare cercando di utilizzare prodotti e tecniche nel rispetto dell’edificio. Sono state effettuate analisi chimiche e fisiche prelevando alcuni campioni di materiale dell’edificio per capire la loro composizione e il loro stato di conservazione: i prelievi dei campioni riguardano le malte interne ed esterne dell’edificio.
Le operazioni di restauro sono iniziate dal solaio di copertura: la struttura lignea si trovava in un gravissimo stato conservativo e le infiltrazioni d’acqua avevano reso le travi completamente marcescenti con conseguenti crolli in alcune zone. Tutta l’orditura è stata ripristinata ed è stato riposizionato l’originale manto di copertura costituito da tegole marsigliesi di colore scuro.
Dopo la rimozione della  vegetazione che, in alcune porzioni di facciata, aveva alterato la percezione degli elementi architettonici con diffusa crescita di macro e microrganismi si è provveduto alle operazioni di disinfestazione per mezzo di un biocida e successivo risciacquo con acqua nebulizzata.
La superficie muraria si trovava in buono stato di conservazione: non è stato necessario rimuovere e sostituire alcun mattone. Mentre per le fughe sono state rimosse le malte di allettamento prive di consistenza, stilatura dei giunti con malte della stessa composizione di quelli originali. Trattamento preventivo contro la formazione e la crescita nel tempo di alghe e licheni. La protezione del laterizio è stata eseguita con prodotti a base di siliconi.

Fregio
Analizzando da vicino il fregio è emersa la compresenza del motivo floreale originale eseguito con la tecnica ad affresco con le parti ridipinte a secco. In particolare, nei punti in cui la pellicola pittorica relativa al motivo ridipinto si era distaccata è rinvenuto il motivo decorato ad affresco.
La decorazione si trovava in grave stato di conservazione: numerose le lacune, molte le zone con distacco e perdita di materiale. L’intervento di restauro ha seguito dapprima la rimozione dei depositi superficiali incoerenti e successivamente sono state eseguite le operazioni di consolidamento e riadesione della pellicola pittorica al substrato. Pulitura e stuccatura con malta dalla composizione compatibile con i materiali da restaurare. Successivamente si è passati alla fase dell’ integrazione pittorica delle lacune con la tecnica della velatura ed essendo il motivo ornamentale ripetitivo, in alcune zone le parti mancanti sono state ricostruite con colori sottotono per renderle distinguibili dall’originale.

Graffiti
Principale causa di degrado dei graffiti sono l’assorbimento di umidità e gli effetti provocati dagli sbalzi termici che determinano dilatazioni dei vari strati d’intonaco favorendo il progressivo distacco. Dopo le fasi di pulitura, eseguita con acqua a bassa pressione e impacchi, sono state svolte le operazioni di consolidamento e riadesioni degli strati pericolanti e per le parti mancanti si è optato alla loro ricostruzione con la tecnica tradizionale: applicazione di due strati di intonaco. Per ridare unità all’opera è stato riproposto lo stesso disegno, sempre riconoscibile dall’originale

Cementi
Sulle facciate tutti gli elementi realizzati in cemento decorativo, protetti in parte dal cornicione di gronda, presentavano un discreto stato conservativo, mentre per la balaustra della scala principale e per i parapetti dei terrazzi, in sostanza per le parti più esposte agli agenti atmosferici, il degrado aveva comportato fenomeni di distacco del materiale e, in alcuni punti, la totale perdita degli elementi costitutivi l’opera. La causa del grave degrado del cemento è il verificarsi del fenomeno della carbonatazione. L’alta porosità del materiale dovuta all’azione aggressiva degli agenti atmosferici consente all’acqua di penetrare all’interno degli elementi di cemento sino a raggiungere i ferri di armatura provocando così l’ossidazione degli stessi. Da qui, il degrado può manifestare microfessurazioni o fessurazioni di notevole entità o, nei casi più gravi, distacco del copriferro con conseguente esposizione dell’armatura sino al distacco e perdita totale di porzioni di materiale.
Ad oggi, l’intervento di restauro dei cementi è stato effettuato a tutti gli elementi di facciata in discreto stato di conservazione. Quindi, con patologie riguardanti soprattutto deposito superficiale consistente in polvere, patina biologica e croste nere. Prima della pulitura è stato eseguito un trattamento biocida e successivamente sono state fatte diverse prove per trovare la tecnica di pulitura idonea a non alterare la natura del materiale. A seconda della consistenza del deposito sono stati adottati diversi sistemi di pulitura: acqua nebulizzata, impacchi imbevuti di acqua demineralizzata per estrarre i sali solubili e impacchi di carbonato d’ammonio nei casi in cui il deposito risultava più consistente.
Le stuccature sono state eseguite con malta compatibile a quella originale ed è stato eseguito un trattamento di prevenzione per evitare la riformazione di attacchi biologici. Inoltre, è stato effettuato il trattamento protettivo idrorepellente su tutte le superfici di cemento.

Piano terra
Partendo da quella che un tempo era la sala da pranzo si è immediatamente provveduto a ripristinare, nelle parti in cui il soffitto era crollato, la struttura ad incannucciato e all’integrazione delle lacune delle cornici di gesso. La decorazione del soffitto è seriale e al fine di ridare armonia e completezza alla stanza la reintegrazione pittorica delle lacune è stata eseguita con la ricostruzione del motivo ornamentale. Mentre per i riquadri in cui la pellicola pittorica si presentava con piccole lacune la reintegrazione è stata trattata a velatura. Al di sotto del soffitto cassettonato si trovano tratti di pareti decorate a graffito in buono stato di conservazione per cui l’intervento di restauro si è limitato alle operazioni di pulitura e di protezione superficiale.Nella stanza con il camino, sempre al piano terra, la porzione di soffitto crollata è stata ricostruita ed intonacata con un impasto a base di calce sabbia e terre naturali. Osservando da vicino la fascia che scorre lungo tutto il perimetro del soffitto si sono potute scorgere tracce di decorazione ad affresco con motivo floreale tipicamente liberty. Sono state recuperate e restaurate entrambe le decorazioni permettendo, in tal modo, la lettura delle stratificazioni. Per le lacune di piccola entità è stata eseguita la reintegrazione pittorica con velatura mentre le lacune di grande entità sono state affrontate con reintegrazione neutra.Particolare attenzione è stata rivolta agli intonaci della stanza: mendiante l’operazione di descialbo della pittura sovrammessa alle pareti è stato recuperato l’intonaco originale dipinto a fresco di colore verde e la decorazione dello zoccolo a finto marmo. L’integrazione pittorica dell’intonaco è stata realizzata tramite abbassamento di tono a velatura delle zone con lacune e abrasioni.Nella sala d’ingresso l’apparato decorativo, in discreto stato di conservazione, è costituito da motivi a grottesche con cornici di gesso. Al centro del soffitto una scena mitologica ad affresco caratterizza la sala di ricevimento. Tutte le decorazioni sono state recuperate e restaurate.

Piano primo
Al primo piano le decorazioni riguardano solo gli stucchi dei soffitti delle stanze in grave stato di conservazione eccetto, per gli stucchi di una stanza da letto, collocata in prossimità del vano scala, della camera matrimoniale e del vano relativo al bagno. In questi vani gli stucchi hanno subito gravi danni dovuti a problemi di umidità per infiltrazioni con difetti di coesione e adesione dell’intonaco fino a parti pericolanti e di caduta: in una delle stanze a seguito di numerose porzioni di stucco crollate è emerso una decorazione ad affresco con motivo floreale liberty. L’intervento di restauro rivolto agli stucchi è stato attuato mediante operazioni di preconsolidamento con la messa in sicurezza degli stessi nelle zone in cui il pericolo di distacco era imminente. Successivamente sono state eseguite le operazioni di pulitura, di stuccatura e di reintegrazione con ricostruzione delle parti mancanti. Inoltre, nella camera matrimoniale è stato portato alla luce, dopo la rimozione della parte di tinteggiatura sovrammessa, e restaurato tutto il marmorino del soffitto.

Pavimenti
Tutti i pavimenti, eccetto quelli delle stanze della zona notte, sono stati realizzati con impasto di calce e pezzature di pietre e marmi che a seconda del tipo di pavimentazione assumono dimensione diverse. Al piano terra, nella stanza di rappresentanza, si può scorgere un pavimento in battuto alla veneziana con decorazione centrale che con molta probabilità rispecchia il motivo che un tempo, prima del crollo, era al centro del soffitto. Nella sala da pranzo e nella sala di ricevimento i pavimenti sono alla palladiana mentre nelle stanze di disbrigo e nella cucina la graniglia è molto sottile e monocroma. I pavimenti si trovavano in un discreto stato di conservazione eccetto quello relativo alla sala da bagno del primo piano: oltre a numerose fessurazioni, in alcuni tratti, si riscontravano parti mancanti di seminato e della cornice costituita da tessere di mosaico di colore nero.  Fessurazioni e rappezzi sono state affrontati con inerti e leganti dello stesso materiale di quelli originali e successivamente sono state svolte le operazioni di levigatura, stuccatura e lucidatura. Le marmette di graniglia del corridoio del primo piano, in buono stato di conservazione, sono state rimosse pulite e riposizionate come in originale, mentre non è stato possibile recuperare i pavimenti di legno delle stanze da letto essendo in gravissimo stato di conservazione a causa delle infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto per tutto il periodo in cui la villa è stata abbandonata.

Serramenti interni ed esterni
Tutti le porte e serramenti esterni sono stati smontati e trasferiti in laboratorio per le operazioni di restauro. Dopo la sverniciatura sono state svolte le operazioni di falegnameria per permettere l’inserimento dei nuovi vetri dotati di isolamento termico. Il legno è stato protetto con materiali naturali. Le porte interne con le loro cornici sono state restaurate e colorate con colla di coniglio e terre naturali.

Progetto

Dove

Seveso, Milano

Anni

2005-2008